
Assistenza domiciliare
I bisogni di un malato psichico sono molteplici e diversificati: riabilitativi, sanitari, familiari, per cui possono essere soddisfatti solo se esiste un coinvolgimento di una serie di istituzioni che garantiscano la pluralità degli interventi all'interno di un piano organico e unitario. Uno dei problemi più importanti che incontra il malato psichico e/o la famiglia è quello di fare una sintesi o di mantenere il raccordo fra i vari servizi e le risposte da essi offerte e di ricomporre un puzzle piuttosto complesso.
Il malato tende ad isolarsi in quella che è la microistituzione famiglia, che diventa il "solo luogo naturale" di gestione del caso psichiatrico, la sola ed unica responsabile del malato malgrado sia emotivamente troppo implicata a condurre la difficile situazione. La solitudine del malato e della sua famiglia è spesso totale, la persona svantaggiata è spesso elemento distaccato dalla nostra società a totale carico delle famiglie che abbandonate a se stesse, non hanno la preparazione e gli strumenti per uscire da una situazione di stallo che segna tutta la loro vita o, nei casi peggiori relegati ad una indecorosa marginalità per una società evoluta, basti pensare allo stigma che accompagna la malattia mentale.
Consapevole della solitudine in cui si trovano tante famiglie ad affrontare i problemi derivanti dalla malattia psichica di un congiunto, l'Arap porta avanti da diversi anni un progetto di assistenza domiciliare da parte di una figura professionale che rappresenta l'anello mancante tra gli operatori della struttura psichiatrica e il malato. Si tratta di persone che vivevano in condizione di isolamento sociale, la cui assistenza gravava unicamente sulla famiglia. A distanza di un paio d’anni queste persone hanno raggiunto un discreto grado di consapevolezza e autonomia. Alcuni di questi sono stati inseriti in centri diurni delle ASL di appartenenza, per proseguire il loro percorso riabilitativo e di inserimento socio-lavorativo. Il servizio é offerto nell’ambito del Comune di Roma agli stessi soci dell’ARAP. Le modalità di intervento possibili sono individuate singolarmente per ciascun utente ed adeguate alle sue personali necessità. Ciò in collaborazione con il medico curante e nel quadro del progetto riabilitativo personalizzato. L'operatore, educatore o psicologo, ha il compito di prestare un servizio diretto soprattutto alla promozione e allo sviluppo della vita di relazione, cogliendo le naturali tendenze individuali del malato, conducendolo ad una vita qualitativamente migliore, offrendogli le pari opportunità sia dal punto di vista ricreativo che lavorativo.
Riuscendo a far uscire l’utente del servizio dal suo isolamento, si ottengono non solo risultati positivi per il malato e per la sua famiglia ma, migliorando le sue condizioni, egli peserà meno sulla società. In altri termini da assistito si trasformerà in persona attiva che sa gestirsi e rendersi utile alla stessa società. Viceversa un malato non curato può costare molto alla collettività anche in termini strettamente economici. La malattia mentale curata bene in modo sistematico, ingenera meno invalidi, e sappiamo che gli invalidi sono l'elemento di maggiore spesa per lo stato sociale di un paese.
Presso la nostra sede, inoltre, abbiamo organizzato un laboratorio di disegno e pittura per i nostri malati per dar loro la possibilità di sperimentare in modo semplice le tecniche della pittura e soprattutto l’opportunità di socializzare. A tal fine organizziamo anche visite a musei, mostre ecc.